Un handbook per saperne di più su contratti, cooperative e Rete del lavoro agricolo di qualità

Un handbook per saperne di più su contratti, cooperative e Rete del lavoro agricolo di qualità

Realizzato nell’ambito del progetto “Di.Agr.A.M.M.I. Nord: diritti in Agricoltura attraverso Approcci Multistakeholders e Multidisciplinari per l’integrazione e il Lavoro Giusto” da AGCI (Associazione Generale delle Cooperative Italiane) e da Terra aps!, l’handbook sul Contratto collettivo nazionale di lavoro di cooperative e consorzi agricoli e sulla rete del lavoro agricolo di qualità è stato redatto con l’intento di favorire lo sviluppo di competenze relative al quadro normativo di contrasto al fenomeno del caporalato e alle opportunità derivanti dal sistema delle RELAQ. 

Esso è da intendersi come uno strumento utile a consolidare e diffondere pratiche volte a generare un impatto sociale positivo all’interno di una collaborazione coordinata tra settore privato, pubblico e privato sociale. In questa prospettiva, con il supporto del manuale si intende contribuire allo sviluppo di strumenti orientati al raggiungimento di risultati sociali misurabili nelle politiche e nelle strategie degli attori privati e pubblici. Il documento guida ricostruisce e fornisce informazioni sul percorso ultratrentennale della contrattazione nazionale del settore agricolo della Cooperazione e analizza tematiche strettamente interconnesse, correlate l’una alle altre e accomunate da un unico delineatore comune.  

Attualmente i tre contratti collettivi nazionali agricoli del sistema cooperativo (agricolo, alimentaristi e forestali) coinvolgono, secondo quanto elaborato da Nomisma per conto dell’Osservatorio nazionale delle Cooperative Agricole, oltre 90mila lavoratori, con un fatturato aggregato delle imprese cooperative coinvolte che supera i 30 miliardi di euro.

Il contratto collettivo nazionale di lavoro di cooperative e consorzi agricoli si applica ai rapporti di lavoro tra quadri, impiegati agricoli o florovivaisti. Secondo l’articolo 5, difesa e dignità della persona, i rapporti tra cooperativa e dipendenti e tra i dipendenti medesimi saranno ispirati ai principi di comune convivenza civile e di rispetto reciproco, nonché al rispetto della professionalità e dei diritti della persona, considerando inaccettabili e intollerabili discriminazioni per ragioni di razza, di religione, di lingua, di genere e di appartenenza politica e sindacale

Il contratto collettivo nazionale di lavoro per i lavoratori dipendenti da aziende cooperative di trasformazione di prodotti agricoli e zootecnici e lavorazione prodotti alimentari regola i rapporti di lavoro dei dipendenti delle aziende che si occupano della trasformazione di prodotti agricoli e zootecnici e della lavorazione di prodotti alimentari (conserviero animale, dolciario, lattiero-caseario, conserve vegetali, risiero, pastai ed oleario). Vi si riconosce l’importanza della valorizzazione delle risorse umane come obiettivo strategico fondamentale per il mantenimento e l’accrescimento dei livelli di competitività e di efficienza dei diversi sistemi aziendali

Nate a partire dalla seconda metà degli anni Settanta del XX secolo in alcune aree del nord Italia (Emilia-Romagna e Lombardia soprattutto), le cooperative hanno conosciuto una progressiva diffusione in tutto il territorio nazionale. Secondo il codice civile italiano, la cooperativa è l’unione di più soggetti che cooperano tra di loro con la finalità di raggiungere un obiettivo comune e di dividere equamente quanto ottenuto dal lavoro svolto cooperando. È una struttura che unifica le competenze dei singoli per ottimizzare le risorse di tutti e convogliarle in un obiettivo condiviso, attraverso la creazione di una nuova entità globale. I soci aderiscono liberamente alla cooperativa stessa, condividendone le finalità e partecipando poi alla gestione e all’organizzazione delle attività. La cooperazione, dunque, si riconosce per alcuni elementi distintivi, fra i quali vi è sicuramente la democrazia, cioè l’assunzione delle decisioni su base capitaria e non in base alle quote di capitale sociale. La seconda caratteristica riguarda le finalità dell’impresa, i redditi di una cooperativa vengono di norma in gran parte reinvestiti nello sviluppo della cooperativa stessa e nel rafforzamento del patrimonio del movimento cooperativo. Affinché una società possa definirsi “cooperativa”, infatti, dovranno essere perseguiti i Princìpi fondamentali del Mondo cooperativo, che sono “il principio della porta aperta”, quello della “partecipazione democratica” dei soci alla vita del sodalizio, quello del “voto capitario” e quello della “parità di trattamento” tra i soci.

Emerge quindi che le cooperative siano imprese che mettono al primo posto le persone rispetto al denaro, il lavoro rispetto al capitale. Secondo l’articolo 45 della Costituzione, “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”.

In tal contesto, spicca la cooperativa di comunità, ossia un modello di innovazione sociale dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi che incidono in modo stabile e duraturo sulla qualità della vita della comunità di riferimento. Le cooperative di comunità valorizzano la centralità del capitale umano, il che significa impostare modelli organizzativi e gestionali che favoriscano la partecipazione e il coinvolgimento attivo. Si tratta di esperienze che coniugano le tematiche e i valori della cittadinanza attiva, della sussidiarietà, della gestione dei beni comuni e della solidarietà. Non esiste una tipologia specifica di “cooperativa di comunità” e come tale, essa non è ancora stata riconosciuta giuridicamente. Manca un quadro normativo nazionale, mentre alcune Regioni hanno già disciplinato la cooperazione di comunità. Sono peraltro tantissime le esperienze di cooperazione di comunità che stanno sorgendo in vari territori del Paese. 

Per arginare ulteriormente il fenomeno del caporalato in Italia, è stata elaborata una lista delle imprese virtuose presenti sul territorio. La Rete del lavoro Agricolo di Qualità, promossa dal Mipaaf e istituita presso Inps dall’art. 6, DL 91/2014, nasce con l’intento di arginare lo sfruttamento lavorativo nel settore agricolo, come strumento di contrasto della piaga del lavoro sommerso e irregolare, dando vita ad una sorta di “white list”. Le imprese agricole che dimostrano il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto, sono quelle che si ritrovano nella “Rete del Lavoro Agricolo di Qualità”. 

In questa Rete vi sono le imprese che applicano regolarmente i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, versano regolarmente i contributi previdenziali e assistenziali, si impegnano a combattere tutte le forme di discriminazione e di sfruttamento lavorativo. Possono aderire, attraverso apposita sezione INPS, le aziende agroalimentari che dimostrino di non aver riportato condanne penali per violazione della normativa in materia di lavoro e di legislazione sociale negli ultimi tre anni, sanzioni amministrative per violazioni in materia di lavoro e rispetto degli obblighi relativi al pagamento delle imposte e delle tasse e in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.  

L’obiettivo della Rete è quindi quello di garantire una sorta di certificazione etica o di qualità, afferente al non utilizzo di lavoro nero per le imprese, favorendo, in prospettiva, anche attraverso le reti di distribuzione, una via privilegiata per le grandi imprese. L’appartenenza alla Rete Nazionale si configura come un valore aggiunto. A tal proposito, alcuni attori della Grande Distribuzione Organizzata, hanno dichiarato la loro intenzione, a partire dal 2022, di trattare solo con fornitori agricoli, sia diretti che indiretti, inscritti alla Rete.

A essere portati avanti sono dei principi cooperativi fondamentali, che rappresentano delle vere e proprie linee guida adottate dalle cooperative per espandere i valori di onestà, trasparenza e responsabilità sociale pienamente applicabili nello sviluppo di un servizio collettivo che abbracci una prospettiva di lungo periodo.

A questo link è possibile consultare e scaricare l’handbook nella sua versione integrale.