Seminario finale in Piemonte: esperienze, percorsi e prospettive future

Seminario finale in Piemonte: esperienze, percorsi e prospettive future

Lunedì 28 novembre, in modalità online, si è tenuto il seminario conclusivo di restituzione per la regione Piemonte. Finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020 e promosso da una partnership molto diversificata e capillare che si estende su otto regioni, Di.Agr.A.M.M.I. di Legalità al centro-nord ha previsto la realizzazione di interventi di integrazione socio-lavorativa finalizzati alla prevenzione e al contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura e rappresenta una proposta di dignità e di qualità realizzata mediante il protagonismo dei soggetti istituzionali, delle parti sociali ed economiche e del Terzo settore.

Salutando i presenti, Denis Vayr, Segretario Regionale Flai Cgil Piemonte, ha esordito: «Penso che questo progetto abbia determinato un cambiamento in tutti noi, nel senso che si sono mischiate anime diverse, modi di lavorare diversi e insieme siamo riusciti a metter bene le nostre specificità. Il fenomeno del caporalato è una ferita profonda e noi abbiamo il compito di mettere in atto tutto ciò che è possibile per uscire da certe modalità di sfruttamento. Penso che alcune cose che abbiamo fatto in qualche maniera sono e saranno determinanti sul prosieguo di questo progetto. Il caporalato è sempre più nascosto e questo avviene soprattutto in un territorio come quello piemontese. Noi dobbiamo creare un grande bacino, un grande raccoglitore di persone, in modo da garantire che una certa percentuale che entra nel progetto ne esca in una condizione migliore».

Proponendo uno sguardo d’insieme sulla strategia di interventi nazionali da implementare, Vincenzo Castelli, Coordinatore nazionale Diagrammi Nord, ha affermato: «In questi tre mesi, con forza e fatica, abbiamo costruito una fase di restituzione che ha previsto 26 eventi. Abbiamo cercato di costruire la programmazione per costruire nei prossimi anni servizi stabili e strutturati nel tempo. La sfida è non permettere lo smantellamento delle azioni sviluppate. Diagrammi ha sicuramente offerto due grandi piste: la prima si è inserita in un crocevia di elaborazione di processi in un momento in cui il fenomeno dello sfruttamento si allargava diventando sempre più complesso. Diagrammi Nord è stato una sperimentazione a tutto campo, sviluppando percorsi sempre più strutturati e azioni tipologiche necessarie al contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. Abbiamo avuto geometrie variabili come partenariato non solo dal punto di vista geografico, ma anche strutturale. Abbiamo insistito, nella fase iniziale, nella realizzazione di azioni di forte capacity building, oltre a un grande lavoro di formazione. La seconda pista di esito è stato il lavoro di emersione nonostante le difficoltà dettate dal Covid. Abbiamo raggiunto oltre 20mila persone facendo un lavoro di outreach a 360°. Abbiamo offerto vari servizi tra cui accompagnamento, tutela legale, formazione linguistica e bilancio delle competenze. Abbiamo fatto un grandissimo lavoro di presa in carico di 1300 persone. Tra le lezioni apprese abbiamo capito l’importanza di offrire proposte solide. Aver imparato a lavorare insieme tra mondi diversi, istituzioni, organismi internazionali e le cooperative sociali, ha profilato un modello sempre più necessario per la lotta al fenomeno del caporalato».

Barbara Grazioli, Coordinatrice Progetto Diagrammi Nord Piemonte, ha proseguito: «Quando parliamo di attività di outreach parliamo di attività di sensibilizzazione promosse attraverso l’attività del sindacato di strada, attraverso le nostre sedi Flai e gli sportelli. Circa 600 persone beneficiarie delle nostra attività. Abbiamo un dato evidente, per cui sappiamo che i lavoratori si spostano sul territorio nazionale seguendo i ritmi della stagione agricola e delle raccolte. Oltre le criticità, dobbiamo continuare a lavorare in sinergia, contrastare gli ostacoli e garantire i diritti soprattutto promuovere azioni con le Istituzioni e con le forze dell’ordine».

In aggiunta, Giulia Micozzi, OIM Project Assistant Su.Pr.Eme./Alt Caporalato, ha dichiarato: «Siamo un team che, al di là del progetto Diagrammi, è composto da 20/25 mediatori culturali su tutto il territorio italiano. Solamente in Piemonte abbiamo raggiunto circa 2400 lavoratrici e lavoratori stranieri destinatari di percorsi individualizzati e di gruppo. Hanno beneficiato di percorsi formativi per l’integrazione lavorativa, linguistica e abitativa. Abbiamo avviato un percorso finalizzato all’ottenimento della protezione per sfruttamento lavorativo. Più che sui numeri io vorrei soffermarmi su ciò che abbiamo sperimentato insieme a tutto il partenariato e ciò che abbiamo imparato da Diagrammi. Ci siamo resi conto che soprattutto in regioni come l’Emilia Romagna e il Piemonte, non esistendo dei luoghi tipo insediamenti informali, è molto difficile trovare dei beneficiari che possano rispondere al target che stanno cercando i mediatori. Abbiamo voluto creare dei momenti di condivisione in cui tutti i partner contribuivano con la propria esperienza e visione alla tematica dello sfruttamento lavorativo».

Sylvia Oberto, Associazione Terra, ha ribadito: «Noi abbiamo approfondito il tema dell’inclusione dal punto di vista della filiera. Una filiera equilibrata vede la compartecipazione in tutte le fasi per arrivare a una produzione finale che sia equilibrate ed etica. Questa filiera nel campo dell’inclusione di Diagrammi, l’abbiamo ritrovata nella relazione produttiva tra i partner progettuali e le reti già esistenti. L’attività che abbiamo fatto sul territorio piemontese è stata sicuramente foriera di nuove metodologie. Il progetto lascia degli appunti metodologici e delle esperienze virtuose che sicuramente saranno replicabili anche in futuro. È stato possibile dare supporto concreto alle vittime con l’attivazione di vari meccanismi di tutela e offrire percorsi di reinserimento abitativo e lavorativo».

La parte centrale dell’incontro ha visto la presenza dei mediatori culturali che, raccontando le loro singole esperienze, hanno delineato un quadro dettagliato degli interventi realizzati durante le attività di informativa (outreach) e vigilanza per facilitare l’emersione di pratiche di lavoro illecite.

Ed ancora, Loredana Sasia, Segreteria Regionale Flai Cgil, ha continuato: «È importante lavorare sulla rete dei soggetti che lottano contro il caporalato. É importante che ciascun soggetto che c’è sul territorio metta in campo quelle che sono appunto le proprie peculiarità, le proprie esperienze. Facendo rete si è in grado di dare una risposta più completa, più integrata rispetto alle problematiche che riscontriamo quotidianamente. Abbiamo cercato di dare degli strumenti di emancipazione e di contaminazione, di dare dei punti di riferimento per capire effettivamente come tutelarsi, come organizzarsi nei posti di lavoro. Ritengo fondamentale proseguire su questo aspetto di mettere insieme tutti i soggetti che si occupano di caporalato».

Antonio D’Alessandro, Presidente Nova Consorzio Nazionale per l’innovazione sociale, ha concluso: «È stato fatto un bellissimo lavoro in cui si sono messe insieme competenze e soprattutto passioni, perché tutti gli interventi fatti identificano che questo tipo di attività non si potrebbe portare avanti se non ci fosse stata una passione da parte di tutti quanti. Spero che questo sarà un lavoro che potrà andare avanti perché le premesse ci sono tutte. Credo che si sia posta una base importante per portare avanti queste attività e spero tanto andranno avanti anche senza un progetto finanziato, perché si sono attivate delle collaborazioni, delle modalità di lavoro che vanno al di là del semplice partecipazione a un progetto».

I partecipanti hanno colto l’occasione di restituzione territoriale per raccontarsi esperienze, attività implementate, percorsi e piani di lavoro. Diagrammi è un progetto nato per contrastare il fenomeno del caporalato che può essere sviluppato ed indirizzato verso altre forme di sfruttamento lavorativo.